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  La migrazione  
 

A questi tre fattori che governano l’evoluzione biologica (mutazione, selezione naturale, deriva genetica) bisogna aggiungerne un quarto, che riveste grande importanza nella storia delle popolazioni umane: è la migrazione, per cui una popolazione si trasferisce nel territorio di un’altra, spesso soggiogandola militarmente od economicamente, nel caso di invasioni di massa, o anche realizzando insediamenti del tutto pacifici, quando si tratta di piccoli nuclei.

alcune delle grandi migrazioni di popoli che travolsero l’impero romano fra il IV e il V secolo dell’era corrente

Nel corso del tempo, gli abitanti originari e gli immigrati si mescolano, in misura maggiore o minore. Se la migrazione arriva presto nella storia della regione e gli invasori sono in grande numero e danno un contributo decisivo allo sviluppo demografico locale, le loro tracce genetiche possono essere così evidenti da nascondere quelle degli aborigeni. Si verifica in questo caso un "effetto dei fondatori". Così, i segni della colonizzazione greca risultano in primo piano nel profilo genetico delle popolazioni del Mezzogiorno d’Italia (l’antica Magna Grecia, che fu detta "magna" proprio perché la sua popolazione superava abbondantemente quella della madrepatria), nonché intorno a Ravenna e in quella parte della Romagna che costituiva l’antico Esarcato (dove l’insediamento bizantino si protrasse per parecchi secoli). Non rimangono invece (o per lo meno non sono state finora trovate) tracce che si possano riferire agli Ostrogoti, che non erano particolarmente numerosi e furono liquidati fisicamente dai bizantini dopo che erano trascorse poche generazioni dal loro insediamento.

La migrazione è quindi un quarto fattore di evoluzione: cambia letteralmente le carte in tavola, modificando la composizione del "mazzo di carte" genetico.

la colonizzazione greca del mediterraneo nei secoli VIII – V a.C.
la colonizzazione greca del Mediterraneo nei secoli VIII – V a.C.

È interessante notare che la migrazione, a seconda di come avviene, può rinforzare o al contrario annullare l’effetto della deriva genetica. Se una frazione di un gruppo umano se ne va dai luoghi in cui vive e migra altrove, dà origine a una nuova popolazione, che potrà differenziarsi da quella originaria per effetto del drift. Questo effetto risulterà particolarmente evidente a parità di fattori selettivi. All’opposto, la migrazione a breve raggio di singoli individui fra due popolazioni A e B, da A a B e da B ad A, che è molto comune, ad esempio quando ci si sposa e uno dei due coniugi si trasferisce nel villaggio dell’altro, agisce in senso inverso, perché tende a diminuire l’effetto della deriva, che con l’andar del tempo differenzierebbe A e B, e può anche ridurre la differenziazione tra i due gruppi dovuta a diversa selezione naturale.

schema rappresentativo della migrazione
Due aspetti della migrazione:
quando un gruppo si scinde dal nucleo originario (in alto, da sinistra a destra) e va a formare un nucleo nuovo,
senza contatti con il primo, le due popolazioni tendono a differenziarsi per deriva genetica;
quando invece vi sono scambi fra due gruppi separati ma non troppo lontani (in basso, da sinistra a destra),
la migrazione tende a ridurre la differenziazione tra i gruppi.