STORIA DELLE FORESTE IN EUROPA
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Foto k: foresta europea  

Prima che l’uomo imparasse a coltivare la terra, circa 10.000 anni fa, la maggior parte del suolo era ricoperta di foreste. In un primo tempo l’uomo coltivava i terreni vicino ai corsi d’acqua, ed i campi non occupati dalla foresta. L’aumento della popolazione porta al primo disboscamento, circa 5.000 anni fa.

Nei paesi mediterranei avviene un disboscamento intensivo all’epoca dei Romani, che impiegano il legno per navi e costruzioni. In questo periodo nasce il diritto forestale.
Al termine dell’età romana, la foresta europea ha già subito un notevole arretramento.
Riprende terreno nei secoli successivi, con le invasioni dei popoli nomadi, che non praticano l’agricoltuta.

Nel secondo millennio si intensifica l’uso del legno, utilizzato sia come materiale sia come combustibile. Il legno permette agli uomini di scaldarsi, costruire case e prodotti di artigianato, sostenere miniere ed avviare le prime forme di industria. Inizia l’arretramento delle foreste, tant’è vero che nel Rinascimento alcuni Signori prendono misure per la loro conservazione: mantenere le foreste intatte era fondamentale per la caccia, il passatempo preferito dell’aristocrazia.
(Parte del Parco delle Foreste Casentinesi in Toscana era una riserva di caccia di Lorenzo il Magnifico).

Con la rivoluzione industriale, nel 1800, il legno viene usato su vasta scala per costruire città e navi e [le mura delle città scompaiono già nel Settecento], per fondere il metallo e nell’industria.

Cominciano a scomparire le foreste di quercia, di leccio, di rovere, che rappresentano il combustibile più ricercato. A questo si aggiunge l’espansione degli allevamenti animali. Interi territori si avviano così verso la desertificazione.

L’uso del carbon fossile porta una momentanea battuta d’arresto nello sfruttamento della foresta, che riprenderà intensificato con lo sviluppo dei trasporti e delle comunicazioni, arrivando oggi ad essere praticato su scala industriale.

 
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