Prima che l’uomo imparasse
a coltivare la terra, circa 10.000 anni fa, la maggior parte del
suolo era ricoperta di foreste. In un primo tempo l’uomo coltivava
i terreni vicino ai corsi d’acqua, ed i campi non occupati
dalla foresta. L’aumento della popolazione porta al primo
disboscamento, circa 5.000 anni fa.
Nei paesi mediterranei avviene un disboscamento intensivo all’epoca
dei Romani, che impiegano il legno per navi e costruzioni. In questo
periodo nasce il diritto forestale.
Al termine dell’età romana, la foresta europea ha già
subito un notevole arretramento.
Riprende terreno nei secoli successivi, con le invasioni dei popoli
nomadi, che non praticano l’agricoltuta.
Nel secondo millennio si intensifica l’uso del legno, utilizzato
sia come materiale sia come combustibile. Il legno permette agli
uomini di scaldarsi, costruire case e prodotti di artigianato, sostenere
miniere ed avviare le prime forme di industria. Inizia l’arretramento
delle foreste, tant’è vero che nel Rinascimento alcuni
Signori prendono misure per la loro conservazione: mantenere le
foreste intatte era fondamentale per la caccia, il passatempo preferito
dell’aristocrazia.
(Parte del Parco delle Foreste Casentinesi in Toscana era una riserva
di caccia di Lorenzo il Magnifico). |